Simone Velasco e il suo primo Tour de France: “Un sogno che si avvera”

La gioia di partecipare ad un grande giro per un corridore è indescrivibile, il sogno di una vita che si avvera: tre settimane di emozioni intense e alla fine restano ricordi indelebili.

Abbiamo chiesto a Simone Velasco come è andato il suo debutto al Tour de France dove ha difeso i colori della Astana con grinta e cuore, a disposizione del leader Aleksei Lutsenko e cercando al contempo il successo personale con fughe da lontano.

(Photo by Tim de Waele/Getty Images)

Il suo racconto ci è piaciuto così tanto che ve lo riportiamo in maniera integrale cercando di rivivere con Simone la sua Grande Boucle:

“Erano anni che sognavo di partecipare ad un grande giro e sono partito col botto, il Tour de France e che corsa, a detta di molti questo è stato molto tirato e probabilmente uno dei più impegnativi di sempre ed averlo portato a termine è un motivo di orgoglio.

Per me è stata una nuova esperienza, non sapevo ancora nulla e ho cercato di seguire i consigli del team e dei compagni di squadra e poi sono riuscito a finirlo abbastanza bene,

Già da Copenaghen alla presentazione dei team si è capito subito il significato del Tour e la sua importanza a livello sportivo e soprattutto mediatico. Diciamo che la presentazione è stata da pelle d’oca, in mezzo a una folla immensa e anche i primi giorni in Danimarca, lungo la strada, a parte il ponte di 20 km sul mare, era pieno di gente che incitava: bellissimo e davvero motivante.

Appena arrivati in Francia dopo due giorni c’era già il pavé e lì si è capito subito cosa fosse il vero stress di stare in gruppo. Tra cadute, forature e inconvenienti siamo usciti abbastanza bene e a centrare una bella top 10 di squadra con Lutsenko, il nostro capitano designato. Per me ho un po’ di rammarico per non essere riuscito a centrare il risultato nelle due fughe che ho preso ma purtroppo ho patito per 10 giorni raffreddore e bronchite e le gambe non erano delle migliori ma ho concluso in crescendo, infatti anche a San Sebastian le gambe giravano bene.

Sono davvero contento di aver concluso il Tour nel miglior modo possibile e di aver superato i momenti più difficili, cioè le giornate successive alle fughe o alle tappe più impegnative”

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