John Archibald dalla pista alla strada: “Voglio ottenere ottimi risultati nelle cronometro”

John Archibald, uno dei più forti pistard del Regno Unito ha deciso di dare una svolta alla sua carriera, puntando sulla strada e ha firmato un contratto con la Eolo Kometa, la nuova formazione professional italiana.
Andiamo insieme a conoscerlo meglio, a condividere le sue aspettative anche in considerazione che la sua squadra ha ricevuto l’invito per partecipare al Giro d’Italia e ci sono concrete possibilità di vederlo al via del suo primo grande giro.

John, prima di parlare di te, vorremmo sapere dal tuo punto di vista la situazione del ciclismo nel Regno Unito, in particolare la tua Scozia. Da fuori vediamo un interesse crescente negli ultimi anni: dalla folla di tifosi per la partenza del Tour de France, le Olimpiadi di Londra, i campionati del mondo in Yorkshire e grandi campioni carismatici come Wigging e Cavendish“.
Il movimento è cresciuto tantissimo negli ultimi anni e il gran successo su pista alle Olimpiadi di Londra ha fatto da volano per le nuove generazioni. Poi il successo di Wiggins al Tour de France ha dato ancor più popolarità al nostro sport. E ci sono stati grandi miglioramenti nelle infrastrutture per i ciclisti anche se abbiamo ancora tanto da migliorare per raggiungere gli standard di altri paesi europei. Anche in Scozia il ciclismo sta crescendo tanto soprattutto la pista e penso che questo sia dovuto all’apertura di un nuovo velodromo a Glasgow dedicato a Sir Chris Hoy. Il pubblico è sempre più attratto dalle competizioni e ne ho preso consapevolezza dopo aver partecipato ai Campionati del Mondo ad Harrogate.

Puoi dirci qualcosa anche sulla situazione del movimento femminile?
Le cose non sono perfette nemmeno nel Regno Unito ma stanno migliorando decisamente. Ci sono meno opportunità per le donne ma iniziano ad essere sempre di più e ci sono sempre più corse dedicate solo a loro. In ogni caso ci sono pochi corridori, sia uomini che donne che possono vivere praticando il ciclismo e questo è ancora un grosso problema da superare. Ma per le donne ci sono sempre più gare che sono emozionanti quanto quelle maschili e con un montepremi adeguato.


Sei uno dei più forti pistard del tuo paese e ora hai deciso di puntare sulla strada. Dalla tua esperienza pensi sia possibile conciliare entrambe le discipline ad alto livello o è meglio concentrarsi su una sola?
Mi dedico a una specialità alla volta ma il mio programma include entrambe. Quando gareggi ad altissimo livelli devi fare una preparazione specifica in funzione degli obiettivi principali. Certe volte alcuni obiettivi possono coincidere, per esempio l’inseguimento individuale su pista e delle brevi cronometro su strada, ma quando vuoi essere competitivo su gare da oltre 200 km, il tipo di preparazione è diverso e le due discipline non si combinano. Per alcuni atleti è facile conciloare con successo entrambe, per esempio Ganna e Viviani ma penso che se fossero interrogati entrambi ammetterebbero che ci vuole qualche settimana per trovare la gamba giusta per la pista dopo la stagione su strada.

Nel 2019 hai fatto delle splendide cronometro su strada. Che differenza trovi rispetto all’inseguimento su pista? Il percorso, la lunghezza, la concentrazione, l’ingestione dello sforzo o una combinazione di questi fattori?

In pista è più semplice misurare la performance: una volta che conosci la densità dell’aria, il coefficiente aerodinamico e la massima potenza che riesci a mantenere, calcolare il tempo è quasi un esercizio matematico.
Su strada ci sono molti fattori da considerare, partendo da piccoli dettagli come la scorrevolezza dell’asfalto, le curve e poi lo sforzo non è costante: salite, discese, tratti controvento, insomma c’è un un’approccio differente ed è molto facile perdere la concentrazione. Io amo entrambe, la grande velocità che si raggiunge su pista trasmette una sensazione unica mentre la strada è più varia e ogni volta che finisco una crono devo ammettere che mi sono divertito molto.

Parliamo del presente. A causa del lockdown sei rimasto bloccato in Scozia e hai fatto la preparazione su Swift. Pensi che sia una valida alternativa o ti serve più tempo su strada per raggiungere una buona condizione?
Io la ritengo una valida opzione, ovviamente dipende da come usi. Ci sono dei limiti sui rulli per esempio si fatica a simulare i cambi di ritmo e le accelerazioni improvvise ma ci sono altri aspetti dell’allenamento classico che vengono ricreati benissimo.
A dispetto di qualsiasi tipo di allenamento, servono sempre alcune corse per prendere il ritmo della gara e poi penso di non essere l’unico che si sia dovuto preparare sui rulli a causa del Covid.
Ovviamente in situazioni normali riprenderò gli allenamenti su strada ma ritengo che in futuro utilizzerò ancora Swift qualche volta per focalizzarmi sulla mia comcentrazione, specialmente in prossimità dei miei obiettivi visto che al chiuso ci sono meno distrazioni e ci si concentra meglio.

I tuoi obiettivi stagionali: pensi di puntare alle corse di un giorno o preferisci le gare a tappe?
Vorrei ottenere risultati di rilievo nelle cronometro. Cosa intendo per ottimo risultato? Una top 10 in una tappa a cronometro per esempio. Con la Eolo Kometa abbiamo un programma di gare di primissimo livello e devo fare qualcosa di importante per ritagliarmi un posto in squadra. Ci sono sia corse in linea che a tappe che mi stimolano molto, ma oltre a cercare il successo in una cronometro, sarei felicissimo di fare un ottimo lavoro per permettere ai miei compagni di ottenere i successi dei loro sogni.

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