Evaldas Siskevicius: intervista al lituano che ha fatto la storia della Parigi Roubaix

Avete presente i brividi che provano i corridori nell’affrontare la Parigi Roubaix? Ecco, immaginate correrla per ben cinque volte. Viene la pelle d’oca a coloro che la guardano dalla tv, seduti sul divano con una birra in mano, figuriamoci a viverla da dentro, a provare l’ebbrezza di correre sul pavé: le vibrazioni del manubrio e l’attenzione massima che un atleta deve imporre a sé stesso per rimanere in equilibrio sul ciottolato. Se poi a correre la Roubaix è un corridore che viene dalla Lituania, piccola nazione di poco meno di 3 milioni di abitanti, è un’emozione ancora più particolare. Evaldas Siskevicius, nato a Vilnius (capitale lituana) nel 1988, ha fatto la storia della Parigi Roubaix. In che modo? Ve lo spieghiamo subito, anche grazie al suo aiuto. Evaldas, corridore in forze alla formazione francese della Delko Marseille, ha affrontato “L’Inferno del Nord” per ben cinque volte, con diversi epiloghi. Ma gli ingredienti sono sempre uguali. E lo spiega lo stesso atleta lituano in esclusiva a Born To Cycle:

È molto speciale correre sul pavè. Hai bisogno di imparare le tecniche sin dalla categoria juniores perché i settori vanno affrontati in modo particolare: sono importanti i materiali del proprio mezzo, la pressione delle ruote è fondamentale, e ovviamente la condizione fisica e mentale. Ci sono tantissimi fattori determinanti ed è per questo che tutti la vogliono vincere: è per questo che si tratta della corsa dei sogni“. Nel 2013 si ritirò senza giungere al traguardo, nel 2016 giunse ottantesimo, l’anno successivo non riuscì a portare a termine la propria prova, mentre nel 2018 successe un fatto particolare: Evaldas arriva fuori tempo massimo, ma arriva fino al velodromo di Roubaix. Sapete quando? Alle 18:13, un’ora dopo l’arrivo di Peter Sagan, vincitore della corsa. È egli stesso ad affermare ai nostri microfoni: “Ho avuto un brutto giorno davvero in bicicletta. Ma avevo l’obiettivo prefissato di concludere la corsa e così volevo raggiungerlo a tutti i costi“. A tutti i costi, sì, perché dopo aver aspettato la propria ammiraglia a causa dell’ennesimo incidente di giornata, scoprì che l’auto della propria squadra si trovava su un carro attrezzi. Attese tanto tempo, con un unico obiettivo, un unica volontà. E i cancelli del velodromo erano già chiusi, ed Evaldas se li è fatti aprire dal custode, perché il suo sogno era quello di giungere sulla linea del traguardo: è così è stato. Pensate che il corridore lituano non ha nemmeno ascoltato i consigli dell’auto scopa, che continuava a ripetere all’atleta: “Fermati, sei fuori tempo massimo. Basta”. No, lui ha voluto proseguire, aveva in testa solamente il giro in pista nello splendido scenario (desolato, in quest’occasione, ndr) del “Velodrome”. 

Un anno dopo, quando meno te lo aspetti, eccolo di nuovo in pista. Questa volta Siskevicius riesce a compiere la prestazione migliore della propria carriera:” È stato il giorno più bello della mia vita. Sono stato fortunato a rimanere con i migliori e posso affermare che è stato totalmente differente rispetto all’anno precedente“. Ebbene, il risultato finale è un nono posto che ha fatto la storia per un corridore lituano. Vince Gilbert davanti a Politt e Lampaert, quinto Sagan, nono Siskevicius: impresa storica, memorabile.

Ne approfittiamo per chiedergli come sta crescendo il ciclismo nel suo paese: 

Abbiamo diverse squadre in Lituania e c’è da dire che anche la federazione sta facendo un grande lavoro per concedere le giuste possibilità ai giovani ciclisti di crescere dal punto di vista tecnico. Il ciclismo, comunque, sta diventando sempre più popolare perché ci sono diversi piccoli eventi a cui possono partecipare le famiglie di tutto il Paese: in questo modo si partecipa e si sta tutti insieme. È un modo per passare il tempo, ma il ciclismo nel mio Paese sta diventando sempre più popolare: abbiamo diverse competizioni su strada ma anche l’attività su MTB sta crescendo con continuità ” afferma Siskevicius, il quale ci spiega anche dove risiede: “Io abito a Marsiglia dove ha la sede la mia squadra (la Delko, ndr) e salgo in Lituania quando mi preparo per i campionati nazionali (quest’anno Evaldas ha conquistato la medaglia d’argento nella prova a cronometro dietro a Bagdonas, ndr) oppure quando ho tempo libero e vado in vacanza nella mia terra natale“. In tutto questo, il corridore intervistato ci racconta in esclusiva, con molto piacere, anche come è nata la sua passione per il ciclismo: “A me è praticamente sempre piaciuto correre in bicicletta. Successivamente nella nostra scuola abbiamo avuto delle lezioni di ciclismo ed è proprio in quella occasione che ho incontrato il mio primo allenatore, dove poi tutto è nato“. 

Una battuta finale sul prossimo anno. Alla domanda: “Evaldas dove correrai?” Lui risponde con meno certezze rispetto a quelle avute nella Parigi Roubaix del 2018: “Sono ancora in trattativa e dunque non posso dirvelo con certezza dove correrò“. Ma a noi la squadra interessa relativamente, perché Siskevicius è un grande uomo e un ottimo atleta. E intervistarlo è stato davvero un bel colpo. 

La nostra redazione lo ringrazia e gli fa un grande in bocca al lupo per un futuro ancora più roseo! Dalla Lituania alla Francia, con la stessa passione.

(Niccolò Anfosso) 

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