Giovani Giussanesi, Pietro Chiappa e l’avventura in bici fino allo Stelvio prima degli esami

“Ciao Leo, scaliamo lo Stelvio? Però partiamo da casa”.
È partita con un’idea e un messaggio all’amico Leonardo Larroux la piccola grande avventura di Pietro Chiappa, 19 anni, corridore juniores in forza ai Giovani Giussanesi: partire da casa, scalare lo Stelvio e tornare, un viaggio di oltre 430 chilometri per scalare una salita mitica del ciclismo.
L’emergenza Covid, il lockdown, gli esami di maturità imminenti, Pietro ha pensato di compiere questa avventura per poi dedicarsi completamente allo studio e così alle due di notte è partito insieme all’amico, scortato dal padre Pasquale che li ha seguiti in macchina per garantire loro la massima sicurezza e la dovuta assistenza e dopo aver percorso oltre 200 chilometri ha scalato la vetta alpina, affrontando i mitici tornanti che hanno visto scrivere pagine di storia del ciclismo, per poi compiere il viaggio di ritorno fino a casa dopo 16 ore in sella

Ciao Pietro, andiamo con ordine: come è nata questa idea?
Mi è balenata in mente una settimana prima e ho scritto subito al mio amico Leo perché lui è abituato a fare viaggi in bici, anche molto lunghi. Non esce molto in bici ma compie spesso viaggi lunghi, avventurosi e in posti sperduti quindi era proprio il compagno ideale. L’idea è nata così per caso anche perché conoscevo un’altra persona che l’aveva fatta e volevo provarci anche io.

Perché hai scelto proprio lo Stelvio?
Il Passo dello Stelvio è una salita mitica del ciclismo e poi è famosa per la sua lunghezza e durezza e quindi volevo provare ad affrontare questa salita speciale

Come hai vissuto questa avventura? Raccontaci le tue sensazioni
Diciamo che all’inizio l’euforia mi ha sospinto: svegliarsi a mezzanotte per fare colazione e partire alle due di notte. Una grande adrenalina che man mano che passavano i chilometri si è trasformata in fatica, tanta fatica per 16 ore in bici. In cima allo Stelvio, a metà percorso è stato sia il punto più difficile perché mancavano ancora 220 chilometri per tornare a casa ma anche il momento più bello perché avevo superato questa salita mitica

Mancavano pochi giorni agli esami di maturità: ti ha aiutato questa impresa?

Si e no. Era un viaggio che volevo fare per togliermi una soddisfazione, ma al contempo ho potuto staccare con la bici e dedicarmi per una settimana per ripassare al meglio gli argomenti per gli esami

Cosa ti aspetti da questa stagione ciclistica?
Non mi pongo limiti e vorrei riuscire a fare qualche piazzamento, qualche buon risultato ma sono già contentissimo per il fatto che la stagione riparta dopo questa emergenza. È un anno anomalo, sono sicuro di divertirmi attaccando di nuovo il numero sulla schiena e cercherò di fare del mio meglio.

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