Mohoric, lo sloveno già veterano
Cannondale, Lampre, UAE Emirates e ora Bahrain Merida: sono state queste le esperienze del giovane sloveno Matej Mohoric, atleta tuttofare. Molto forte a cronometro, il corridore classe 1994 compirà 26 anni a fine ottobre, ma vanta già un curriculum di tutto rispetto. Le Classiche di Primavera sono la sua specialità, ed egli stesso spera al più presto di togliersi soddisfazioni provando a centrare la Vittoria con la V maiuscola in una Classica Monumento. Non è facile, ma il motore e le caratteristiche tecniche ci sono tutte per l’atleta nativo di Kranj, che non vuole di certo fermarsi ai successi ottenuti fin qui. Il quinto posto alla Milano Sanremo di quest’anno, dietro a campioni del calibro di Alaphilippe, Naesen, Kwiatkowski, e Peter Sagan, fa pensare bene in casa Bahrain per un futuro prossimo più che roseo. Se azzecca la giornata, Mohoric è capace di vincere corse spettacolari.
Un atleta che, nonostante stia entrando negli anni giusti per giungere alla giusta maturazione, ha già dimostrato di saper il fatto suo, con le diverse casacche citate in precedenza. Una tappa al Giro d’Italia del 2018, una frazione alla Vuelta a Espana del 2017, oltre al successo nella generale del Binck Bank Tour lo scorso anno, insieme al Giro di Germania. Quest’anno, nella tappa finale del Giro di Polonia, con arrivo a Bukowina, Mohoric è riuscito ad imporsi arrivando in solitaria sul traguardo.
Un auspicio positivo per un finale di stagione da protagonista e un anno, quello del 2020, che può davvero essere quello della consacrazione definitiva del corridore sloveno. Vincere una Monumento non è utopia, nemmeno follia. Gli ingredienti principali sono: un’adeguata preparazione tecnico tattica e fisica, la necessaria voglia, la giusta fortuna e una sana competitività. Sognare è lecito, bisogna provarci, perché Matej non è così lontano ad un grande traguardo.
(Niccolò Anfosso)
