Evo Pro Racing, Peter Cevini non vede l’ora di poter ripartire: “Il ciclismo sarà il simbolo della rinascita

L’emergenza Corona virus, una stagione che non è ancora iniziata, angoscia e paura che annebbiano il presente e il futuro non preoccupano Peter Cevini, anzi il suo ottimismo e la voglia di emergere irradiano energia come un raggio di luce in un cielo tempestoso.
Peter, smanioso di debuttare con la maglia della Evo Pro Racing, formazione continental irlandese, insieme ai tecnici della sua squadra aveva pianificato un inizio di stagione tra Francia, Belgio e Olanda, con corse prestigiose come la Volta a Limburgo e la Ronde Van Drenthe, ed era pronto a trasferirsi in Belgio, la base logistica del team per preparare al meglio le sue prime corse stagionali e testarsi contro corridori di primo livello, ma il suo sogno è solo rinviato.

Peter, quali sono state le tue prime reazioni di fronte allo diffusione del virus?
“Sono stato particolarmente sorpreso, inizialmente non capivo, sembrava di essere tra l’incudine e il martello: da una parte sembrava volessero descriverlo come se fosse una banale influenza, ma di fronte a misure straordinarie aumentava sempre più la gravità del problema. Dal punto di vista ciclistico arrivava il momento di esordire con una nuova maglia, in un nuovo contesto, ero carico di energia e aspettavo ma questo blocco non mi ha demoralizzato, anzi la voglia di ripartire sta crescendo e al momento opportuno sarò motivatissimo per dare il meglio di me stesso”

In questa situazione come procedono i tuoi allenamenti?
“La squadra ci è vicina, con la tecnologia siamo in contatto quotidiano e questo è un grande stimolo. Ovviamente ci si può allenare solo con i rulli e non è facile perché li ho sempre detestati e uscivo ad allenarmi su strada anche con la pioggia e il freddo ma ho la fortuna di avere dei rulli interattivi collegati a Swift, quindi sono decisamente più interessanti di quelli tradizionali, sembra di essere in un videogame così riesco a resistere anche un paio di ore, oltre diventano noiosi anche questi. In base al programma faccio una o due sedute al giorno e poi mi tengo in forma con ginnastica ed esercizi a corpo libero. Non sottovaluto nemmeno l’alimentazione, cerco di seguire un regime bilanciato, facendo attenzione a mantenere la linea”

La ripresa delle corse, quanto tempo pensi di trovare una buona condizione?
“Dal momento in cui sarà decisa la ripartenza credo che in un mese riuscirò a trovare una splendida forma, non solo con l’allenamento ma serve anche qualche corsa per ritrovare il ritmo di gara. Inoltre il team ha nello staff un metal coach e stiamo lavorando molto anche sull’aspetto psicologico per non perdere la concentrazione e mantenere le motivazioni al top”

Ovviamente sarà una stagione molto concentrata con appuntamenti ravvicinati, sarà più difficile?
“Penso che potrebbe essere un vantaggio per me: quando resto senza correre perdo smalto, ma più corro e più riesco a salire di condizione. Sono un diesel e quando sono al top ci resto più a lungo, la resistenza è una delle mie doti migliori. E gli stimoli sono tanti, più è alto il livello, più devi andare forte per non perdere le ruote e avere molte corse ravvicinate la vedo o me una splendida opportunità

Come vedi il futuro di questo sport?
“Questa crisi economica si rifletterà sicuramente sugli sport, specialmente sul ciclismo che vive esclusivamente di sponsorizzazioni. Si rischia un duro colpo, i team manager dovranno essere bravi a trovare nuove liquidità e nuovi sponsor e il sistema del ciclismo potrebbe trovare il modo di riorganizzarsi.
Personalmente spero vivamente che si esca con una nuova energia positiva, sia da parte dei corridori che da parte del pubblico degli appassionati: come nel dopoguerra il ciclismo potrebbe ridare l’entusiasmo per far ripartire la vita e l’economia, un vero emblema della rinascita“.

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