Roberto Damiani, DS della Cofidis ci racconta uno degli aspetti più importanti del suo lavoro: la pianificazione e organizzazione della stagione.

Ogni volta che leggiamo le formazioni delle squadre al via delle corse è lecito porgersi delle domande del tipo “Perché oggi Nibali non corre? Perché Sagan affronta questa corsa che sembra troppo dura per un corridore dalle sue caratteristiche?”. Ovviamente le scelte delle squadre sono frutto di un serio lavoro di pianificazione e per saperne di più ci siamo rivolti a Roberto Damiani, direttore sportivo della Cofidis, per avere qualche informazione sull’organizzazione di una squadra e la pianificazione della stagione.

Roberto siete una formazione di categoria professional che nelle ultime due stagioni è risultata la migliore squadra di categoria nella classifica dedicata nell’ UCI Europe Tour e avete fatto richiesta per entrare nel WorldTour per la prossima stagione. Un salto di categoria cosa comporterebbe per voi a livello organizzativo? Ci spieghi le differenze tra le due categorie?


Noi siamo una formazione professional ma vista l’organizzazione, l’organico e il livello dei nostri ragazzi siamo in pratica ai livelli di una WorldTour. Noi non abbiamo l’onore e onere di dover partecipare a tutte le gare di primo livello e quindi chiediamo gli inviti alle corse che ci interessano di più e in termini pratici non iniziamo la stagione in Australia a gennaio ma a febbraio con il calendario europeo, per il resto siamo strutturati come se fossimo una formazione di primo livello e abbiamo già chiesto di ottenere la licenza WorldTour per la prossima stagione e siamo fiduciosi di ottenerla; non ne abbiamo ancora la certezza ma buone probabilità.

Nel mondo professionistico anche i dettagli fanno la differenza e anche la programmazione è fondamentale: quando iniziate a pianificare il 2020?


La nostra stagione parte a settembre perché nella settimana dei Campionati del Mondo viene ufficializzato il calendario dell’anno successivo e da lì noi dello staff tecnico insieme ai corridori iniziamo a ragionare e fare le nostre valutazioni sulle gare dando la priorità a quelle WorldTour che sono poi i nostri obiettivi più grandi e studiando le corse intermedie come preparazione per arrivare al meglio negli appuntamenti clou della stagione che suddividendoli in gruppi sono le classiche primaverili, i grandi giri e il finale di stagione.

A proposito di inviti per le gare di prima categoria: sono le squadre che devono farne richiesta o gli organizzatori sono liberi di scegliere tra tutte le professional esistenti? E le conferme arrivano in tempo per preparare al meglio questi appuntamenti importantissimi?

Noi richiediamo agli organizzatori delle gare che ci interessano l’invito a inizio stagione e anche se gli annunci ufficiali con i nomi delle squadre invitate possono sembrare tardivi, siamo a contatto con le società che organizzano le corse, per esempio con quelli del Tour de France abbiamo ottimi rapporti dopo anni di collaborazione e in modo ufficioso ci fanno capire se ci sono buone possibilità di ricevere l’invito e ci prepariamo. A proposito di grandi giri: insieme allo staff a inizio stagione abbiamo reputato che sarebbe stato troppo impegnativo per le caratteristiche dei nostri corridori partecipare a tutti e tre e quindi abbiamo puntato a Tour e Vuelta e abbiamo deciso di non richiedere l’invito a RCS per il Giro d’Italia, anche perché sappiamo che ci sono le squadre italiane che hanno come grande obiettivo prendervi parte e ci sembrava doveroso non ostacolarle.

Parlando di grandi giri, come preparate il percorso di avvicinamento a questi appuntamenti?

Per un grande giro come il Tour de France facciamo già tra dicembre e gennaio un meeting con tutto lo staff e scegliamo una rosa di 12 – 14 corridori e poi si costruisce per questi corridori un calendario di avvicinamento andando a ritroso dove alterniamo periodi di allenamento con le corse che pensiamo essere le più adatte per avvicinarsi al meglio al nostro obiettivo, poi a giugno valutiamo con lo staff la condizione dei singoli e di conseguenza scegliamo gli otto titolari e le due riserve e anche questi due ragazzi dovranno essere pronti perché può sempre succedere qualcosa negli ultimi giorni e potrebbero subentrare ai titolari. Per i nostri uomini che non sono poi scelti per il Tour scegliamo insieme altri obiettivi per la seconda parte della stagione: nessuno viene schierato alla Vuelta di Spagna come premio di consolazione, anzi la Vuelta è un appuntamento importantissimo e viene preparato con la massima serietà da un altro gruppo di corridori, poi può anche essere che qualcuno li corra entrambi come è successo con Jesus Herrada.

Il finale di stagione e la stanchezza

Noi cerchiamo sempre di motivare al massimo i corridori ma dopo una lunga stagione con tanti giorni di gara alcuni ragazzi arrivano davvero a settembre con poche energie, per esempio come dicevamo prima i grandi giri sono davvero duri e dispendiosi e alla fine alcuni ragazzi ne escono stremati mentre altri possono uscire in ottima forma, questo non possiamo saperlo prima, ma in ogni caso affrontiamo ogni gara a cui prendiamo parte allo stesso modo: tutti per vincere.

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