Tanel Kangert, un gregario vincente

Classe 1987, Tanel Kangert naviga da qualche anno nel mondo del ciclismo professionistico. Corridore duttile e passista scalatore solido e resistente, nasce a Vändra, piccola cittadina nel sud dell’Estonia, da una famiglia che non ha mai amato e praticato attività sportive. Contrariamente alla sua discendenza biologica, sin dalla tenera età Tanel capisce di avere in dote una grande propensione per lo sport. Inizia a praticare diverse attività agonistiche alternando il momento del piacere a quello d’apprendimento cognitivo nella scuola primaria del suo paese. È intorno ai dieci anni che stringe amicizia con il compaesano Rein Taaramäe: quando quest’ultimo decide di trasferirsi in Francia per avere maggiore possibilità di riuscita dal punto di vista ciclistico, Kangert annusa la possibilità di prendere una decisione drastica ma importante per l’ottica futura: lasciare l’Estonia. All’età di vent’anni decide dunque di trasferirsi a Saint Etienne, iniziando a macinare chilometri indossando la casacca della squadra amatoriale. Dopo due anni di corse dilettantistiche, che lo impegnano nel 2006 e nel 2007, arriva la prima importante chiamata da una squadra di fascia elevata: l’Ag2r La Mondiale, che lo acquisisce come stagista decidendo in seguito di fornirgli una vera e propria proposta contrattuale di durata biennale. Un sogno che si avvera per un atleta proveniente dalla piccola Estonia, Nazione che vanta meno di un milione e mezzo di abitanti. Dopo due anni difficili in cui i risultati non arrivano, soprattutto a causa di un problema alla rotula del ginocchio, è inevitabile la risoluzione anticipata del contratto: un duro colpo da digerire.

Kangert ritorna a correre tra gli amatori, una scelta costrittiva e necessaria ma plausibilmente temporanea, per risalire la china con maggior forza. Corre, vince e sorprende, anche se stesso. Poi, all’improvviso, arriva la svolta della carriera: e questa volta è una vera svolta. Jan Kirsipuu, grande velocista del ciclismo baltico, nonché unico estone ad aver indossato la maglia gialla al Tour de France, si mette in contatto con il kazako Vinoukurov per mediare la trattativa tra l’Astana e Kangert. Dalla formazione amatoriale di St. Etienne all’Astana, nel giro di pochi mesi. Kanks, come viene soprannominato dai suoi amici più stretti, è rientrato nel ciclismo professionistico dalla porta laterale ma per non uscirci più. Il 2011, suo primo anno con un team di dimensioni notevoli, viene vissuto con le modalità d’apprendimento necessarie all’accumulo d’esperienza: presa della confidenza con le esigenze tecniche, logistiche e perfino atletiche nel gestire gli sforzi, imparando a conoscere al meglio i segreti del mestiere. Questo a Kangert riesce ottimamente e, dopo aver esordito alla Vuelta all’età di 24 anni, si dimostra precoce l’anno successivo, con la prima grande vittoria della sua carriera: successo in solitaria al Giro di Svizzera, precedendo allo sprint il compagno di fuga Jeremy Roy. Cinque giorni più tardi arriva anche la vittoria al della prova in linea del campionato nazionale estone, appuntamento atipico per il percorso e per lo splendido scenario organizzativo e paesaggistico che caratterizza l’evento. Il 2013 è l’anno che svolta la carriera di Kangert: viene selezionato per accompagnare al Giro d’Italia Vincenzo Nibali. Compiti di gregariato svolti egregiamente mostrando la bandiera del proprio Paese sulla casacca testimoniando la tendenza globalizzante del ciclismo moderno. Il potere del mondo delle due ruote che riesce a unire popoli e Nazioni con culture e identità differenti, talvolta contrapposte. L’Estonia è in festa per la presenza del loro beniamino, la Corsa Rosa è piacevole per i kazaki dell’Astana, con Kangert che traina il gruppo sulle grandi salite, fungendo da ultimo uomo dello “Squalo dello Stretto”. Kangert accelera per aumentare progressivamente il passo mettendo acido lattico nelle gambe degli avversari quando le pendenze si fanno più impegnative, raggiungendo la doppia cifra. Il passo immediatamente successivo consiste nello sgranamento del plotone dei migliori scalatori al fine di creare la cosiddetta “selezione naturale da dietro”, che vede gli atleti staccarsi pian piano, come se si sfilacciassero l’uno dopo l’altro. Il suo lavoro è encomiabile, dimostrando anche di poter dire la sua con azioni personali: è terzo nella crono individuale dietro a Dowsett e Wiggins, e secondo nella tappa di Ivrea dove viene preceduto dal più lesto Intxausti, sfortunatamente scomparso dai radar da qualche stagione. La ciliegina consiste nell’aver concluso una corsa di tre settimane, dopo un notevole lavoro complessivo di gregariato che ha richiesto un’elevata quantità di energie psicofisiche, al tredicesimo posto complessivo: consistente iniezione di fiducia per il prosieguo del cammino dell’estone. L’Astana decide di farlo passare di grado, concedendogli la possibilità di fare il capitano al Giro di Svizzera: le risposte empiriche sono assolutamente positive con il sesto posto finale nella corsa che l’anno prima gli aveva regalato la sua prima gioia professionistica. Passano tre mesi che conclude nono la propria partecipazione alla Vuelta, le cui pendenze ardue, brevi e secche (da garage) non si adattano primariamente alle caratteristiche da passista scalatore di Tanel, che termina l’anno certificando lo stato di parabola ascendente capace di condurlo in soli tre anni dal mondo amatoriale a livelli mai auspicati. Con il passare degli anni l’estone si dimostra un gregario vincente: dove c’è lui, c’è vittoria, quasi sempre. C’è da dire che i numeri non lasciano spazi ad interpretazioni: Kangert è protagonista assoluto del successo di Nibali al Tour del 2014, e in quello del Giro d’Italia 2016, senza dimenticare il doppio podio targato Aru-Landa del 2015, rigorosamente in casacca celeste. L’anno successivo, per Kangert, è quello della consacrazione: arrivano altri due successi in territorio italiano: vince due tappe al Giro del Trentino sfiorando il bersaglio grosso della generale, concludendo secondo dietro a Landa. Due giorni più tardi sfiora la top ten alla Liegi Bastogne Liegi e offre un enorme contributo a Vincenzo Nibali per un altro successo alla Corsa Rosa, dopo una modulazione di tattica perfetta nella penultima tappa, con arrivo a Sant’Anna di Vinadio. L’armata celeste, sotto alla regia del ds Martinelli, ribalta una corsa che sembrava persa, ingabbiando il giovane Esteban Chaves con la preziosa assistenza degli uomini chiave: tra questi anche l’indimenticabile Michele Scarponi. Quel giorno ci porta alla memoria una fuga, in cui, l’incontrollabile destino della vita, raccoglie Kanks insieme al connazionale, conterraneo, e coetaneo Rein Taaramäe, che s’impone di giustezza permettendogli di entrare nella storia della sua Nazione. Una giornata indimenticabile per l’Estonia: a Rein la tappa, a Nibali, con grande merito di Kangert, il Giro d’Italia. Un altro. L’Astana dimostra di riporre grande fiducia nei suoi confronti, convocando Kangert per il Tour al servizio di Aru. Il crollo finale del sardo vanifica l’ennesimo GT corso da corridore con la C maiuscola dall’estone. Raggiunti i Campi Elisi, pochi giorni di riposo perché si vola, verso il Brasile. Ci sono le Olimpiadi, e per una Nazione come quella estone, è già un successo prendervi parte. Taaramae e Kangert, per esigenze di ranking, corrono in solitaria, contro tutti, la prova in linea, dimostrando brillantezza e vivacità. Se il primo si inserisce in un tentativo di fuga non andato a buon fine, Kanks dosa la propria regolarità centrando un’olimpica top ten. Il finale di stagione assume contorni piacevolissimi con la sorprendente vittoria all’Abu Dhabi Tour. Il 2017 è un anno tragico e sfortunato: dopo una preparazione mirata in vista di un Giro al servizio dei propri leader, arriva la notizia tragica della morte di Michele Scarponi, amico e compagno di avventure. Questa tragedia lo porta a rivisitare il programma decidendo di andare al Giro con la caparbietà di voler recitare un ruolo da protagonista. È settimo in classifica generale, ma uno spartitraffico nei pressi di Bergamo, infrange i suoi sogni e lo costringe al ritiro. Non solo: frattura scomposta al braccio e anno che si conclude a maggio, praticamente ad inizio stagione. Una boccone amarissimo da digerire. Lo scorso anno arriva il sedicesimo posto al Tour de France dopo una prima parte di stagione all’insegna del recupero fisico e sportivo in seguito alla terribile caduta della stagione precedente. A fine anno, però, la notizia che meno ti aspetti giunge dall’Estonia: Kangert, dopo sette stagioni all’Astana, cambia squadra. Alla EF Education First, da Vaughters. 2019 corso all’insegna dei GT con Giro e Tour nel calendario. La storia è scritta anche nel 2019: top ten alla cronometro Mondiale, risultato mai raggiunto da un corridore estone. Nuova vita, nuova squadra, vecchie abitudini per il corridore che ha poco fa aperto un negozio di biciclette, gestito dalla moglie, in Estonia. Storia di un gregario vincente, che vuole dire la sua fino al termine della propria attività agonistica dimostrando che il ciclismo è lo sport di tutti.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.