Orlando Maini e la sua esperienza per far crescere i ragazzi della Beltrami TSA

Orlando Maini è uno dei più stimati direttori sportivi in Italia e non solo. Nel corso della sua ventennale carriera ha guidato alcune delle squadre più forti al mondo come la Mercatone Uno, la Tinkoff, la Lampre, portando al successo grandi campioni come Marco Pantani “che non avevo solo alla Mercatone Uno ma da dilettante quando ero selezionatore dell’Emilia Romagna con lui abbiamo vinto il Giro d’Italia dilettanti e devo dire che oltre alle grandi doti di Marco, quello è stato un successo di squadra perché per la prima volta avevo portato la mentalità professionistica in una gara di dilettanti dove tutti i ragazzi correvano in funzione della squadra e del capitano mentre gli avversari avevano diversi uomini fortissimi e che puntavano ai successi ma non erano coesi come noi” e Michele Scarponi “con lui si era creato un feeling che ci capivamo solo guardandoci negli occhi” ma Orlando riserva parole speciali per tutti i ragazzi che ha spinto dall’ammiraglia in questi anni e per ciascuno di loro c’è un posto speciale nel suo cuore.
Prima di diventare direttore sportivo, il bresciano ha pedalato tra i professionisti per una decina di anni, e si definisce con modestia un gregario, un termine riduttivo secondo noi, perché al giorno d’oggi lo definiremmo un gregario di lusso, sempre al servizio dei capitani, preziosa spalla nei loro successi e con licenza di evadere e finalizzare, come dimostrano i successi di tappa al Giro d’Italia e alla Vuelta di Spagna, ottenuti al termine di lunghe fughe e questa sue esperienza unita ad una forte personalità sono le chiavi del successo nella sua carriera da tecnico.
“Orlando dopo anni alla Lampre, come ti trovi in questa nuova avventura con la Beltrami TSA, una continental composta esclusivamente da giovani Under 23?”
Ho accettato questo incarico perché in un modo dilettantistico esasperato e alla ricerca della vittoria ad ogni costo, qui gli sponsor e lo staff condividono la mia missione che è quella di far crescere i giovani talenti e prepararli ad affrontare il passaggio al professionismo in maniera meno traumatica possibile. Tra i dilettanti sono seguiti come i soldatini, io li voglio far crescere e diventare autosufficienti ad allenarsi, pronti al passaggio tra i professionisti e devo ammettere che anche nelle grandi squadre che ho allenato mi è sempre piaciuto lavorare con i giovani, negli ultimi anni ho avuto il piacere di far crescere un ragazzo come Ulissi e non solo, ma lavorare con i giovani per me è importante perché confrontandoci con le nuove generazioni cresciamo entrambi cercando di prendere ognuno il meglio dell’altro e il nostro compito è tirar fuori il meglio di loro.
“Come stai vivendo questa avventura?”
Per ora sono soddisfatto, e spero lo siano anche i ragazzi. E gli sponsor e il team come già detto puntano alla crescita e a fare esperienza, rispetto che alle vittorie. Ovviamente un paio di uomini di esperienza servirebbero in corsa per dare un ulteriore guida ai ragazzi ma vorrei ringiovanire ancora la squadra il prossimo anno anche soffrendo perché non cerchiamo i risultati a breve termine.
“La tua filosofia e il tuo approccio sono chiari. In questa ottica di crescita quanto  conta poter partecipare alle gare con i professionisti?”
Ho detto al team a inizio stagione che questi 30 giorni di gare che affronteremo con i professionisti per noi rappresentano già 30 vittorie perché i ragazzi provano direttamente e vedono la fatica che gli aspetta nel mondo dei professionisti. E nel corso delle prime gare hanno sofferto meno i ragazzi più giovani del primo e secondo anno rispetto a quelli del terzo, non me lo aspettavo ma probabilmente il loro entusiasmo e la loro freschezza hanno sopperito meglio al divario tecnico mentre quelli più esperti probabilmente hanno avvertito la tensione.
“Per chiudere, prima di augurarti un finale di stagione pieno di soddisfazione, come è andata l’esperienza al Giro d’Italia Under 23?”
Il Giro era davvero impegnativo e i nostri ragazzi sono arrivati cotti dopo una prima parte di stagione intensa e abbiamo sofferto molto. Il nostro organico è abbastanza ridotto e un gruppo di ragazzi si è concentrato sugli esami di maturità perché finire la scuola è fondamentale così nella corsa avevamo un gruppo di ragazzi dalle caratteristiche non proprio adatte al percorso ma hanno dato tutto e abbiamo sofferto molto ma come si è visto la differenza l’hanno fatta gli scalatori”.

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