Lutsenko, il jolly del Kazakistan

Ciascun corridore possiede determinate caratteristiche tecnico-fisiche. Ci sono gli scalatori, piccoli e magri, passando per i passisti, parecchio muscolosi, arrivando ai velocisti, altrettanto ben strutturati fisicamente e molto possenti. Poi ci sono i cosiddetti jolly: atleti che sono capace di affrontare qualsiasi terreno senza alcun problema, andando sempre al massimo e vincendo in pianura, in salita e a crono. Il giovane corridore kazako Alexey Lutsenko è il classico corridore tuttofare: si comporta bene su tutti i terreni e vince corse di ogni tipo. Di certo predilige le classiche, su cui ha posto e porrà anche in futuro la propria attenzione, ma non disdegna nemmeno le corse a tappe, spesso e volentieri al servizio dei propri capitani. Classe 1992, ha vinto il titolo dei Campionati Mondiali Under 23 di Valkenburg del 2012, e l’anno successivo è riuscito a passare professionista con la casacca dell’Astana. Tutto in famiglia insomma: kazako di nascita e di professione. Per Alexey l’Astana e il Kazakistan sono una casa, dove lavorare e crescere dal punto di vista professionale. E i successi, specialmente quest’anno, non sono mancati: da segnalare le vittorie alla Tirreno Adriatico, all’Arctic Race of Norway e in Oman con un sogno che, al momento, rimane nel cassetto: vincere l’Amstel Gold Race. 

Sapete il perché? 

Il Mondiale vinto da Lutsenko nel 2012 si è concluso proprio in cima al Cauberg, il muro che contraddistingue la Classica della birra. Vive a Monaco e si allena con costanza sulle strade italiane: parla perfettamente la nostra lingua ed è molto consapevole della propria forza, tanto da dire: “Voglio indossare la maglia arcobaleno”. Il motore c’è, il talento pure: la classe che caratterizza il ventisettenne nativo di Petropavlovsk, capoluogo della Regione settentrionale del Kazakistan, è ben riconoscibile. A chi potremmo paragonarlo? Beh, a me personalmente viene in mente Valverde, l’Embatido. Adesso però  manca il passaggio definitivo della consacrazione: entrando nell’età della maturazione, il suo obiettivo è quello di vincere una Monumento, corsa che potrebbe farlo entrare nel parco dei campioni.

(Niccolò Anfosso)

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