Ruggero Borghi e il ruolo del preparatore atletico: Le tabelle sono importanti ma il lato umano fa la differenza.

Quando la strada saliva lui si faceva trovare pronto, sempre davanti e al termine della carriera ha deciso di mettere la sua esperienza al servizio dei giovani, a dire il vero un ruolo che ricopriva già negli ultimi anni da professionista.Parliamo di Ruggero Borghi, canturino classe 1970, uno dei protagonisti del ciclismo negli anni a cavallo del secondo millennio che sta raccogliendo grandi soddisfazioni con il suo lavoro di preparatore atletico per ciclisti tra cui brilla la recentissima medaglia di bronzo ai Mondiali di Innsbruck con Fancellu.
Domanda: Ruggero parlaci brevemente della tua carriera, un tuo biglietto da visita Ruggero: Sono nato a Cantù nel 1970 e, dopo alcuni ingaggi nelle categorie Primavera, Allievi, Juniores e Dilettanti, nel 1994 divento professionista. Sono un passista scalatore e e durante la mia carriera ho avuto l’onore di indossare la maglia azzurra al Mondiale a Capo D’Orlando con la nazionale dilettanti e ricordo con orgoglio le vittorie al trofeo dello Scalatore. Ho indossato diverse divise: Mercatone Uno, Saeco, Vini Calderoli, Tacconi Sport, De Nardi, Domina vacanze, LPR. E ho avuto l’onore di essere compagno di squadra di tanti campioni quali Bartoli, Cipollini, Casagrande, Vainsteins, Honcar e nel 2003 Marco Pantani e di lui non potrà mai dimenticare la folla di gente che aspettava e circondava il nostro camper giallo alla partenza delle corse solo per riuscire a vedere il Pirata.
Domanda: Ora trasmetti la tua esperienza a giovani e appassionati delle due ruote e hai aperto una tua società: spiegaci nel dettaglio di cosa ti occupiRuggero: Adesso ho uno studio che si occupa di consulenza, test e allenamento personalizzato per tutti i ciclisti agonisti e non e si chiama 12speed (sul sito www.12speed.it potete trovare info e contatti). Mi piace sottolineare che quando parlo di allenamento e preparazione atletica, certo i test e le tabelle sono fondamentali, ma ci sono fattori altrettanto importanti: l’atteggiamento mentale negli allenamenti, l’approccio alle gare, lo stile di vita, gli Stati d’animo… un bravo allenatore deve saper ascoltare e capire. E solo chi ha provato determinate situazioni ha questa sensibilità. Sono stato a lungo professionista e sono convinto che il rapporto tra allenatore e atleta debba essere a doppio senso e costruttivo, sempre.
Domanda: Far crescere i giovani talenti, un ruolo che ti sta riempiendo di soddisfazioni: come ti trovi con loro?
Ruggero: da qualche anno 12 speed collabora con diverse squadre giovanili del territorio che hanno il merito di mettere a disposizione dei propri ragazzi tutto il necessario per riuscire ad esprimersi al meglio. Mi ritengo fortunato di avere trovato ragazzi talentuosi, disposti a seguirmi, collaborare e credere nel percorso di crescita fino ad arrivare alla medaglia di bronzo di Innsbruck con Fancellu. Lavorare con i giovani è molto stimolante, anche se impegnativo: i ragazzi vorrebbero sin da subito ottenere risultati di rilievo, non è facile fargli capire che alla loro età (17/18 anni) contano i piazzamenti ma è fondamentale credere in un progetto che possa aiutarli nella loro crescita. Fondamentale è comunque l’atteggiamento e l’approccio mentale che hanno negli allenamenti: alcuni vanno frenati dal troppo entusiasmo perchè starebbero in bici tutto il giorno, altri vanno invece spronati. Secondo te chi è il più disposto a fare il ciclista?

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