Simone Velasco e il suo primo anno alla Gazprom Rusvelo “una splendida esperienza e nel 2021 voglio tornare a vincere”

Per Simone Velasco il 2019 è stato l’anno del salto di qualità: la vittoria nel Trofeo Laigueglia e nella tappa di Forlì della Settimana Coppi e Bartali insieme ad una serie di ottimi piazzamenti lo hanno trasformato da grande promessa a leader indiscusso della Neri Sottoli – Selle Italia. A fine stagione siamo rimasti colpiti dal suo passaggio alla Gazprom Rusvelo, la formazione di punta del ciclismo russo, che per la prima volta nella storia ha accolto dei corridori stranieri nel suo organico, in particolar modo italiani visto che insieme a lui sono stati ingaggiati Cristian Scaroni, Marco Canola e i fratelli Damiano e Imerio Cima. A stagione conclusa abbiamo chiesto a Velasco di farci il suo personale bilancio del 2020 e abbiamo provato a conoscere qualcosa in più sulla sua nuova squadra.

“Simone, un bilancio del tuo 2020”
A livello sportivo non sono completamente soddisfatto: volevo ripetermi e confermare quanto di buono fatto nel 2019 ma non ci sono riuscito. Gli obiettivi principali della prima parte di stagione erano la Milano Sanremo e la Tirreno Adriatico a marzo ma la pandemia del Covid 19 ha bloccato tutto. Alla ripartenza ho ottenuto buoni piazzamenti ma chiudere la stagione senza vittorie non mi soddisfa assolutamente. Non è stato facile alla ripartenza perché il ritmo delle corse era altissimo e non sono riuscito a trovare la miglior condizione. Sicuramente ho pagato un po’ il fatto di correre 26 gare in 42 giorni ma voglio tornare a vincere al più presto. Sotto il profilo personale è stata una stagione positiva, dove sono cresciuto molto e sono stato piacevolmente colpito dalla nuova squadra e dalla grande professionalità e organizzazione che hanno.

“Raccontaci il primo impatto con la nuova squadra e il problema della lingua”
Sono stato accolto molto bene da tutto lo staff e da tutti i compagni. E non ho nemmeno avuto problemi con la lingua: per me parlare il russo è un gran problema ma fortunatamente i ragazzi russi capiscono molto bene l’italiano e lo parlano anche perché molti di loro abitano in Italia da anni. La sede della squadra è sul Lago di Garda e i corridori più esperti vivono qui da molto tempo e con i ragazzi più giovani comunque si parlava in inglese che è la lingua comune a tutti e quindi è stata una piacevole sorpresa perché la differenza linguistica rappresentava la mia maggior preoccupazione.

“I compagni e lo staff”
Mi sono trovato davvero molto bene con tutti i compagni di squadra e ho legato con tutti. Anche con lo staff i rapporti sono ottimi. Devo dire che la presenza di Michele Devoti nel ruolo di responsabile della preparazione mi ha aiutato tanto ad inserirmi e anche il resto dello staff parla italiano e quindi non ci sono stati problemi di alcun tipo e le mie preoccupazioni sulla lingua non si sono presentate.

” L’organizzazione della squadra: differenze rispetto alle tue esperienze e punti di forza”
Ho trovato una sostanziale differenza con noi italiani: i russi sono molto più inquadrati e rispettano sempre le regole e le indicazioni, mentre noi italiani siamo meno disciplinati e più creativi ma è stato un fattore che ho molto apprezzato e ritengo sia stato importante nel mio inserimento nel gruppo e per creare maggior coesione con la squadra. Non ho mai corso in una formazione di livello World Tour ma devo dire che il loro punto di forza è l’organizzazione. Non ho mai trovato nelle altre professional un livello così alto e sono certo che qui non ci sia nulla da invidiare alle formazioni di livello superiore, ogni aspetto è curato nei minimi dettagli e sono sicuro che questa sia la squadra dove tutto vorrebbero correre.

“La mentalità e il modo di vivere il ciclismo dei russi”
La mentalità è diversa da quella italiana, per loro una cosa è bianca o nera mentre noi italiani tra il bianco e il nero troviamo mille sfumature di grigio ma ripeto che questa disciplina mi ha insegnato tanto in questa stagione e spero nel contempo di aver trasmesso alla squadra qualcosa di buono del mio essere italiano, della nostra capacità di pensare fuori dagli schemi, in modo da crescere insieme e di raccogliere splendidi risultati sia individuali che di squadra nella prossima stagione.

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