Dino Zandegù, il re del Fiandre ’67: ” per vincere la Roubaix non servono gli ombrelli, ma basta Sonny Colbrelli”

È sempre un piacere incontrare Dino Zandegù. Il suo carisma si mostra spontaneo con una splendida allitterazione “per vincere la Roubaix non servono gli ombrelli ma Sonny Colbrelli” e cogliamo al volo l’occasione per parlare con il vincitore del Giro delle Fiandre del 1967 della situazione del ciclismo italiano.

 

“Dino, quando correvi gli italiani erano i protagonisti assoluti del ciclismo mondiale, ma negli ultimi anni in un ciclismo globale abbiamo perso posizioni: come vedi ora la situazione degli azzurri?”
L’anno scorso gli italiani hanno fatto molto bene, hanno vinto gli Europei e poi ho fatto una battuta simpatica: “non serve l’ombrello per vincere la Roubaix ma Sonny Colbrelli”, un bel gioco di parole che spero sia di buon auspicio anche per questa stagione. Ma a differenza di tre o quattro anni fa quando gli italiani erano davvero in crisi, ora sia i giovani che i corridori più esperti come Colbrelli e Caruso sono molto agguerriti, hanno dimostrato di essere una garanzia e ora la presenza degli azzurri davanti è costante.
Per le corse a tappe, oltre a Caruso che ha dimostrato di poter lottare per vincere il Giro d’Italia, penso che i giovani miglioreranno e ci sono già ottimi ragazzi, per esempio Lorenzo Fortunato che ha vinto sullo Zoncolan ma anche altri talenti si stanno mettendo in mostra e questi sono i segnali che presto torneremo competitivi anche nei grandi giri, che è una cosa fondamentale per tutto il movimento.

 

(Photo LaPresse/Stefano Cavicchi
Francesco Moser e Dino Zandegù )

“Per un Leone delle Fiandre come te, dopo tanti anni il successo di Bettiol ci ha riportati protagonisti: le tue impressioni”
Bettiol è un talento straordinario e io ho ricordi indelebili legati al Fiandre. Tutti ne parlano molto volentieri nel mondo di questa classica e parlare sempre del Giro delle Fiandre vuol dire far sentire di più la corsa ai ragazzi che possono focalizzarsi su questo grande obiettivo e sono sicuro che ci saranno degli italiani protagonisti nella corsa monumento questa primavera e potrebbero arrivare ben presto altre grandi soddisfazioni.

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