I favoriti del Giro d’Italia

L’immaginazione sfocia in realtà e i sogni si tingono di rosa: Torino torna città di partenza del Giro d’Italia a due lustri di distanza, ma gli appuntamenti con la storia sono diversi: c’è la tappa in ricordo di Alfredo Martini nei cent’anni dalla nascita (Siena-Bagno di Romagna), c’è la memoria di Gino Bartali a Ponte a Ema e c’è perfino Dante Alighieri, a Ravenna, nel settecentesimo anniversario dalla morte. Il cast dei partecipanti è ricco, il percorso carico di suggestioni e sudore: 3450 chilometri di asfalto e strade bianche, salite mitiche e sconfinamenti in Slovenia e Svizzera in cima a 34 mila metri di dislivello ed emozioni, da vivere tutto d’un fiato fino all’ultimo passo.

I MAGNIFICI CINQUE DI BORN TO CYCLE

EGAN BERNAL: il giovane pistolero della Colombia si presenta al via della corsa rosa più determinato che mai, dopo una stagione al di sotto delle aspettative e con i problemi alla schiena che un po’ l’hanno tormentato anche negli ultimi mesi. Il pacchetto di rinforzi che la Ineos gli ha cucito addosso è rilevante: gli scudieri per le salite di montagna sono i sudamericani Narvaez e Martinez, con Sivakov nel ruolo di seconda punta pronto a far valere la superiorità numerica nelle frazioni decisive.

HUGH CARTHY: il primo novembre 2020, mentre si arrampicava sull’Angliru nel finale della 12esima tappa della Vuelta, decise che l’unica cosa da fare era aggrapparsi alla speranza che il ciclismo non fosse uno sport scientificamente esatto, un calcolo preciso di watt e velocità. Si alzò sui pedali in modo sgraziato e accelerò: gli avversari lo videro al traguardo e la consacrazione avvenne con il podio raggiunto a Madrid. L’andatura quasi caracollante, goffa e sgraziata, che ignora quel che accade agli avversari, lo rende uno spirito libero e lottatore, sempre pronto ad evitare che le statistiche superino l’ebbrezza del vento che genera la bicicletta. Il gigante di Preston trapiantato in Spagna che ama la solitudine e la tranquillità ha nobili ambizioni: riuscirà a stupire anche se stesso?

SIMON YATES: apparso in forma strepitosa al Tour of the Alps, in cui sembrava quasi giocasse al gatto col topo con gli avversari, sarà da valutare nella tenuta psicofisica a lungo termine, ricordando il tracollo sul Colle delle Finestre al Giro 2018. La condizione atletica, in quest’avvio di stagione, è andata costantemente in crescendo: prima il decimo posto alla Tirreno Adriatico, poi il nono alla Volta a Catalunya, dunque i risultati strabilianti in Trentino. Insomma, una preparazione mirata e una squadra col giusto mix tra scalatori e passisti abili a controllare la corsa. È l’occasione della vita!

ALEXANDER VLASOV: un talento ancora tutto da scoprire fino in fondo, con capacità strutturali rilevanti, soprattutto sulle grandi montagne. Undicesimo alla scorsa Vuelta a 2” dalla top ten, quest’anno secondo alla Parigi Nizza e terzo al Tour of the Alps. L’Astana sarà completamente al suo servizio, e l’attenzione a non cadere nelle trappole che le frazioni sulla carta più agevoli potranno presentarsi davanti alla sua gioventù dovrà essere massima. Può ambire alla top five, ma aspira a prendersi il meglio possibile.

MIKEL LANDA: ha nel motore le possibilità di centrare il podio, anche se il fantasma di Bilbao, apparso in gran forma nelle ultime uscite, aleggia tra i bus della Bahrain Victorius. Tra i due quale rapporto s’instaurerà in gara? Se ognuno correrà per sé, rischiano di non fare nemmeno top ten, e sarebbe un peccato perché la squadra è di sostanza e ha le carte in regola per attaccare anche da lontano.

GLI ALTRI PRETENDENTI
La corsa è aperta alle intuizioni e alle sorprese di seconde linee che potrebbero approfittare del mancato controllo per centrare un piazzamento prestigioso. Chi fa della regolarità una legge non scritta è Emanuel Buchmann (Bora Hansgrohe): lo scalatore tedesco punta in alto e farà di tutto per centrare almeno la top five, correndo senza sprecare troppe energie. Da decodificare chi guiderà la Deceuninck: il talento mostruoso di Evenepoel o la spensieratezza di Joao Almeida, lo scorso anno per 15 giorni in rosa?
Proveranno a farsi trovare pronti quando la strada s’impennerà anche Jai Hindley (Dsm), George Bennett (Jumbo Visma), Dan Martin (Israel Academy) e Marc Soler (Movistar).
Eccolo, sta arrivando, bello ancora prima di partire. Una miscela di storia, cultura e tradizione che avvolge il Belpaese in una scarica di pelle d’oca pura e amplificata dal difficile momento in cui viviamo.

Nota finale per Vincenzo Nibali (Trek Segafredo). Il siciliano, reduce da un brutto infortunio, ha confermato in extremis la sua presenza: la sua condizione è un punto interrogativo…riuscirà a stupirci?

(Niccolò Anfosso)

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