Giacomo Garavaglia, “i Tricolori sono il mio sogno”

Giacomo Garavaglia ha iniziato la stagione con grande entusiasmo tra le fila della Work Service Marchiol Vega e la fiducia della squadra, i primi incoraggianti risultati e la presenza in squadra di un grande leader come Davide Rebellin, prospettano per Giacomo un’annata di altissimo livello.
Il corridore lombardo di Magenta, classe 1996, nella scorsa stagione è stato uno dei più brillanti atleti alla ripartenza dopo il blocco imposto dal covid e nonostante tre sole gare disputate ha ottenuto risultati di assoluto rilievo come la top 10 ai Campionati Nazionali e un sesto posto al Tour de l’Ain, a ridosso di campioni come Roglic e Dumoulin.

“Dove nasce la tua passione?”
“Sin da bambino ho iniziato a correre e non mi sono più fermato. Ho vestito le maglie dell’Ossona, Busto Garolfo, Named, Viris Maserati e negli ultimi anni Colpack, Kometa e ora sono passato alla Work Service  Marchiol Vega e sono sicuro di aver fatto un’ottima scelta: un ambiente familiare dove sento fiducia intorno a me e agli altri ragazzi del gruppo e questo aiuta tanto. Anche il rapporto con i DS Mistichelli e Conte è ottimo e i loro consigli uniti alla loro esperienza mi aiutano a crescere”


“E puoi contare su un leader come Davide Rebellin. Come ti trovi con lui?”
“Sono rimasto colpito da Davide: è già un emozione correre con un grande campione come lui e iniziando a conoscerlo devo dire che è una persona eccezionale, uno come lui che si rapporta con me e gli altri giovani del gruppo con umiltà, si mette al nostro stesso livello, ci consiglia e aiuta e ho iniziato subito a imparare tanto da lui. Ha una capacità incredibile di leggere le corse, sa cogliere sempre il momento decisivo in cui muoversi e noi cerchiamo di stargli vicino e supportarlo al meglio perché negli ultimi anni ha sempre corso da solo, non ha avuto grandi squadre a disposizione e in questo sia io che i miei compagni dovremo essere bravi: supportarlo al meglio e apprendere il più possibile”

“2020: dopo il lockdown sei ripartito con ottimi risultati: come è andata e come è iniziato il 2021?”
“Il lockdown è stato pesante e alla fine le squadre continental sono state le più penalizzate perché alla ripartenza abbiamo potuto correre pochissimo, io ho fatto solo 3 gare, con la presenza di diverse formazioni WorldTour cioè contro avversari di livello assoluto.
Devo dire però che al Tour de l’Ain ho iniziato con un sesto posto, appena dietro a Roglic e Dumoulin ma davanti a gente come Guillame Martin, Mollema, Bernal e questo mi ha dato tanto morale. Poi ho partecipato ai Campionati Nazionali e ho concluso in 9° posizione e devo ammettere che l’emozione di trovarmi davanti a lottare per la maglia tricolore mi ha un po’ tradito nel finale. Sulla salita era impossibile fare ulteriore selezione perché Bagioli aveva una gamba eccezionale e ha chiuso su tutti i tentativi per portare Ballerini allo sprint e solo il fatto di essere lì davanti per me era quasi un sogno e nella volata non sono stato abbastanza cattivo, sono sicuro che avrei potuto fare decisamente meglio. Poi ho chiuso la stagione col Giro di Ungheria. Nel 2021 ho iniziato bene: a Laigueglia è stata davvero dura ma il livello era altissimo ed è quello che mi serve per migliorare: più corse faccio con i professionisti e più salgo di livello. Poi al Giro d’Istria ho concluso in nona posizione la tappa più dura e ho perso la posizione in generale per un buco di qualche secondo nella volata dell’ultima tappa ma la condizione è in crescendo per gli appuntamenti della primavera”

“I tuoi obiettivi?”
“Non faccio programmi a lunga scadenza ma ho le idee ben chiare: voglio salire di livello e passare in una formazione professional quindi punto a tornare presto al successo, magari in una corsa italiana come la Coppi e Bartali, i Tricolori perché poter indossare quella maglia sarebbe il mio sogno e il Giro di Sicilia che sono gli appuntamenti principali miei e della squadra”.

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