Umberto Marengo e il debutto al Giro d’Italia “una grande emozione, ora ho ben chiari tanti aspetti su cui lavorare per continuare a crescere”

Debuttare al Giro d’Italia è sempre una grande emozione, se poi la partenza è a due passi da casa come nel caso di Umberto Marengo il momento è magico, “come un sogno dentro ad un sogno, una sensazione magica che porterò sempre dentro di me”
Abbiamo lasciato passare qualche giorno per rivivere a mente fredda le emozioni vissute durante la Corsa Rosa dal portacolori della Bardiani CSF Faizanè.

Umberto, cosa ti aspettavi dal tuo primo grande giro e come è andata?
Le mie aspettative al via del Giro d’Italia erano semplicemente quelle di rendermi utile alla squadra e di ben figurare e di dimostrarmi all’altezza della situazione. Se devo tracciare un bilancio posso essere soddisfatto della mia corsa. Non sapevo cosa mi aspettasse realmente e penso di essere riuscito in parte a fare quello che mi è stato chiesto dalla squadra e sottolineo in parte perché sono molto esigente e critico con me stesso e avrei voluto fare molto di più comunque posso dire di essere contento alla fine della corsa

Quali sono stati i momenti più belli ed emozionanti?
I momenti più belli sono stati decisamente i chilometri percorsi in fuga: sentire in quelle occasioni urlare il mio nome a bordo strada dai tifosi era qualcosa di stupendo e poi l’emozione più grande è stata quando ho tagliato il traguardo a Milano perché mi sono rivisto nella mente tutto quello che ho passato nei 21 giorni di gara.
Un’altra grande emozione è stata la partenza a Torino, il primo e l’ultimo colpo di pedale per me sono stati qualcosa di unico. Le diverse fughe sono state tutte emozionanti perché sentir gridare il proprio nome in tutta Italia è davvero qualcosa di speciale.
La partenza a casa a Torino è stato un sogno nel sogno: già partecipare al Giro per me era un sogno ma la partenza da casa è stato tutto speciale, mi porterò per sempre splendidi ricordi.

Credit photo: Claudio Bergamaschi

Gioie e dolori, quali sono stati i momenti più difficili?
Sì, tante emozioni ma anche tanta fatica. I momenti più difficili sono stati durante le tappe del giorno successive alle mie fughe: puntualmente erano sempre frazioni durissime e difficili ed arrivarci dopo una giornata spesa a tutta per riuscire a portare la fuga al traguardo le ha rese ancor più dure da portare a termine.
Affrontare la terza settimana di corsa era un’incognita, una nuova esperienza, non sapevo in che condizioni sarei arrivato e devo dire che è stata quella dove mi sono sentito un pochino meglio ma è stata molto complicata a livello tattico: tutti volevano fare risultato, non era per niente facile riuscire a cantrare il tentativo giusto per andare in fuga e una volta riuscito le fughe che si formavano erano molto numerose ed era molto complicato riuscire ad interpretarle e gestirle tatticamente per capire il momento giusto per attaccare e quali corridori seguire. Sicuramente l’esperienza maturata in questo giro mi sarà utile per essere più concreto il prossimo anno

Come esci mentalmente dal Giro? Sei più consapevole dei tuoi mezzi?
Ne esco con una visione diversa del ciclismo, il primo giro mi ha dato le indicazioni che cercavo per capire su quali aspetti devo lavorare di più e su cosa devo migliorare. Ora ho ben chiaro in mente la strada che devo fare salire di livello per arrivare ad essere più competitivo in queste corse dove mi devo confrontare con i corridori più forti al mondo. Spero e mi auguro che la squadra sia contenta del mio primo giro e di come l’ho affrontato e da parte mia devo ringraziare i compagni, lo staff e i tifosi perché il loro supporto, le loro indicazioni e il loro sostegno sono stati encomiabili e mi hanno permesso di portare a termine questa splendida corsa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.