Giovanni Lonardi sogna la volata perfetta: “battere Cavendish sarebbe il traguardo di una vita”
Lanciarsi negli sprint non è un lavoro per tutti, servono grandi doti di coraggio, colpo d’occhio, gambe esplosive e riflessi pronti a cogliere l’attimo, la giusta situazione. In pochi istanti uno vince, a lui la gloria, e agli altri resta delusione e voglia di riscatto. Giovanni Lonardi, sprinter della Eolo Kometa ha iniziato la stagione alzando le braccia al cielo alla Classica Comunitad Valenciana, prima corsa dell’anno lo scorso 23 gennaio e questo successo gli ha dato grande consapevolezza nei suoi mezzi
Giovanni, la tua stagione è iniziata nel miglior modo possibile.
Si, nuova squadra, nuovi stimoli ed è iniziata subito con una vittoria a Valencia. Meglio di così non era possibile, un successo fondamentale per il morale perché toglie la pressione, aumenta la fiducia e nel contempo aumenta il desiderio di vincere ancora
Il velocista è uno dei ruoli più difficili nel ciclismo, il secondo posto è una sconfitta bruciante. Come vivi le sconfitte?
Ci rimango male, io sono molto competitivo di natura e non voglio mai perdere. Questo è mestiere dove per pochi centimetri puoi vincere o perdere una corsa, è difficile ma come tutte le altre specialità del ciclismo al giorno d’oggi le differenze sono minime. Mi piace tantissimo fare il velocista, l’adrenalina che si sprigiona nelle volate è una sensazione incredibile e ovviamente quando non vinci ti arrabbi
(Photo Claudio Bergamaschi – Giovanni Lonardi e Mirco Maestri)
Tra i tuoi avversari quale è il tuo modello?
Sinceramente ho iniziato a correre e vedevo Cavendish vincere al Tour de France e ho avuto la fortuna di correrci contro e battere lui sarebbe veramente il traguardo di una vita ma sarebbe una soddisfazione incredibile perché capisci che sei arrivato dove sognavi. Sicuramente battere lui, che ha vinto al Tour de France anche l’anno scorso sarebbe veramente il massimo per me.
