Il breve racconto del campionato nazionale di Lettonia 2019

È il 30 giugno: in Lettonia, a Kuldiga, cittadina che vanta poco meno di trentamila abitanti, si svolge la prova in linea dei Campionati Nazionali del 2019. Pochi tifosi presenti in partenza, con le famiglie dei corridori pronte ad incoraggiare gli atleti che di lì a poco avrebbero iniziato e affrontato la prova. 185 chilometri con soli 16 iscritti al via: un tutti contro tutti. Chi scatta e va in fuga, ha grandi possibilità di arrivare al traguardo. Chi invece si fa trovare impreparato nelle retrovie, dovendo inseguire, rischia di essere spacciato e può pure ritirarsi anzitempo. La corsa parte nelle primissime ore del pomeriggio, è praticamente un gruppetto al via. Sedici corridori che si sfidano lungo un percorso di quasi duecento chilometri: incredibile. Cinque atleti, non riuscendo a rimanere davanti, si ritirano praticamente nella prima metà della gara: essi sono Siltumens, Pluto, Sarkans, Pelcers e Korbergs. Corsa ad eliminazione, dunque. Ebbene sì: rimangono solamente undici atleti in gioco, ma tre di questi undici perdono le ruote dei migliori tagliando il traguardo con più di dieci minuti di ritardo. Davanti, però, si inizia a fare sul serio, e il primo a rompere gli indugi è Toms Skujins, corridore della Trek Segafredo che ha una marcia in più rispetto agli altri. Lascia la compagnia e si invola verso il traguardo, trionfando in solitaria con più di due minuti di vantaggio su una vecchia conoscenza del ciclismo WT: Alexej Saramotins, ex Bora Hansrgohe ora in forza all’InterPro Cycling Academy. Poi arriva il velocista Flakzis che precede allo sprint lo scalatore Neilands. Dunque arriva Leipins, atleta della Wallonie Brussels, al quinto posto.

E Skujins vince, rispettando i pronostici, la prova in linea dei campionati nazionali lettoni. Una corsa del tutto particolare, con soli sedici partenti e undici atleti a tagliare il traguardo. Perché i professionisti sfidano gli amatori: e per questi ultimi è già un successo partecipare ai nazionali insieme a chi il ciclismo lo pratica di professione. Succede nei Paesi Baltici e nelle Nazioni minori: ed è davvero bello ed emozionante.

(Niccolò Anfosso)

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