Vlasov, un possibile predestinato

Alexsandr Vlasov, corridore russo classe 1996, è uno scalatore puro. Alto quasi 1,90 e pesa meno di 70 kg, quest’anno si è reso protagonista di una grande stagione con la casacca della Gazprom Rusvelo, formazione che vanta nel proprio roster tanti russi e che sta crescendo anno dopo anno. Nel 2018 si è aggiudicato il Giro d’Italia Under 23, davanti a carri armati della categoria come Almeida e Stannard. Si piazza poi appena fuori dal podio in quello che da tutti gli addetti ai lavori viene considerato come il Tour de France dei più piccoli: stiamo parlando del Tour de l’Avenir. 

Vlasov è uno di quei corridori che non mollano mai: possono staccarlo, ma di lì a poco potrebbero rivederselo a ruota. Forte in salita, ma a cronometro deve migliorare, così dice lui. E c’è sempre da migliorare, visto che anche i campioni hanno i loro “tendini d’Achille”.

E l’anno prossimo, all’Astana, può senz’altro mettere in mostra tutte le qualità tecniche che detiene in corpo. Pochi giorni fa Vinoukurov ha annunciato il suo passaggio nel team kazako: “È giovane e ambizioso, può raggiungere grandi traguardi se riesce a sistemare alcune cose, ma il suo habitat naturale, e su questo non ci sono dubbi, è il World Tour”.

 Alla Russia manca da tanto un campione, e siamo certi che Vlasov possa stupire tutti. Egli ha le potenzialità e il fisico per diventare un grande corridore da corse a tappe. Con Miguel Angel Lopez e Jakob Fuglsang, Alexsandr imparerà i segreti del mestiere per poi agire in prima persona in un futuro prossimo. 

Perché, sembra facile dirlo, ma il futuro è dalla sua parte: Vlasov, un possibile predestinato. 

(Niccolò Anfosso)

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